lunedì 18 febbraio 2008

L'esperienza del facilitatore

Attualmente non esiste un percorso formativo per i facilitatori, ma come abbiamo detto in un nostro precedente articolo, anche i percorsi di training per i formatori esperienziali sono davvero pochi.

Il facilitatore ha un ruolo diverso rispetto al formatore esperienziale.

Il suo compito non è quello di formare delle persone o di far loro modificare atteggiamenti o comportamenti.

Il suo ruolo è quello di condurre il gruppo verso un obiettivo fornendo strumenti, applicando tecniche, incoraggiando, frenando, indirizzando.

Avete presente il marinaio che governa la sua nave? Sono il vento e le correnti che la spingono, ma è lui che decide la direzione, che mantiene la rotta, che sceglie il porto dove attraccare.

Il facilitatore controlla che la direzione sia quella giusta e interviene solo per correggere la rotta: si occupa quindi di stimolare il gruppo e suggerisce modi per farlo uscire dalle eventuali secche o evitare che finisca sugli scogli.

Quali sono le qualità richieste ad un facilitatore?

Tutte quelle richieste ad un formatore esperienziale con in più una visione sistemica e una conoscenza ampia del contesto nel quale è chiamato a intervenire.

Il facilitatore assomiglia molto all'uomo del Rinascimento dotato di competenze psicologiche di gestione delle dinamiche di gruppo, capacità di animazione e di public speaking, sensibilità ed empatia, maturità personale ed esperienza maturata nel mondo dell'impresa, capacità di ascolto e di sintesi, curiosità, un buon metodo, un buon background tecnologico e culturale e soprattutto capacità di gestire l'angoscia dell'ignoto.

Come avete potuto vedere, qui ricompare l'analogia con il nostro marinaio.

Non esistono scuole per diventare bravi marinai.

E' necessario imbarcarsi, solcare il mare, affrontare il vento, vincere la paura di un territorio sconosciuto, confidare nelle stelle e... credere che là, da qualche parte, c'è la terra.

Davide & Gianni

Nessun commento: