Nelle aziende c'è sempre bisogno di trovare soluzione a problemi o di migliorare una situazione esistente.
In ogni caso si parte da una sfida iniziale, si analizzano i dati, si cerca di trovare una soluzione attraverso un processo e infine si arriva ad una soluzione.
Lo schema qui sotto mostra in maniera abbastanza semplice questo flusso.
Se partendo dalla stessa sfida si cerca di risolvere il problema utilizzando la creatività?
Ecco nello schema sottostante cosa succede:
Direi che il grafico si commenta da solo...
Perchè accontentarsi di una soluzione standard, semplice, banale e scontata, quando possiamo puntare ad una soluzione innovativa, rivoluzionaria e vincente?
Coraggio, usiamo la creatività.
Davide
sabato 29 marzo 2008
lunedì 17 marzo 2008
Dall'idea alla soluzione
Molti manager pensano che basti avere un'idea magnifica per sfondare e avere successo.
Se sfogliamo il libro delle idee troviamo migliaia di idee tutte in apparenza magnifiche, straordinarie... ma quante di queste idee si sono rivelate poi realmente vincenti? Quante sono state realmente realizzate? Quante si sono trasformate in casi di successo?
Poche, anzi pochissime.
Le idee di per sé sono inutili; per essere efficaci devono essere inserite in un progetto che ha un obiettivo ben preciso: devono far parte di un piano d'azione.
Sicuramente cercare nuove idee per affrontare un problema è un atteggiamento che fa parte del processo di innovazione.
Solo dall'incontro tra idea e piano d'azione può nascere un vero e proprio cambiamento.
Le aziende tengono però a innovare procedendo per tentativi, sbagliando e correggendo il tiro: questa non è innovazione, ma solo sperare di avere fortuna.
Oggi, la chiave del successo per un'azienda è rappresentata in massima parte dalla competitività: per essere competitivi bisogna essere innovativi e per essere innovativi bisogna essere creativi.
La creatività può essere usata in molteplici fasi del ciclo economico aziendale: ad esempio quando è necessario individuare nuovi trend di mercato o bisogni emergenti, oppure a supporto del marketing o delle campagne pubblicitarie.
In quest'ottica i risultati che si possono ottenere sono incredibili e costituiscono la vera chiave che apre le porte dell'innovazione e del successo.
Cosa stiamo aspettando? Non ci resta che spingere la crescita e lo sviluppo della creatività individuale all'interno delle nostre aziende.
Se sfogliamo il libro delle idee troviamo migliaia di idee tutte in apparenza magnifiche, straordinarie... ma quante di queste idee si sono rivelate poi realmente vincenti? Quante sono state realmente realizzate? Quante si sono trasformate in casi di successo?
Poche, anzi pochissime.
Le idee di per sé sono inutili; per essere efficaci devono essere inserite in un progetto che ha un obiettivo ben preciso: devono far parte di un piano d'azione.
Sicuramente cercare nuove idee per affrontare un problema è un atteggiamento che fa parte del processo di innovazione.
Solo dall'incontro tra idea e piano d'azione può nascere un vero e proprio cambiamento.
Le aziende tengono però a innovare procedendo per tentativi, sbagliando e correggendo il tiro: questa non è innovazione, ma solo sperare di avere fortuna.
Oggi, la chiave del successo per un'azienda è rappresentata in massima parte dalla competitività: per essere competitivi bisogna essere innovativi e per essere innovativi bisogna essere creativi.
La creatività può essere usata in molteplici fasi del ciclo economico aziendale: ad esempio quando è necessario individuare nuovi trend di mercato o bisogni emergenti, oppure a supporto del marketing o delle campagne pubblicitarie.
In quest'ottica i risultati che si possono ottenere sono incredibili e costituiscono la vera chiave che apre le porte dell'innovazione e del successo.
Cosa stiamo aspettando? Non ci resta che spingere la crescita e lo sviluppo della creatività individuale all'interno delle nostre aziende.
sabato 8 marzo 2008
Dalla logica alla creatività
Nel nostro cervello le informazioni viaggiano attraverso una rete di neuroni collegati tra loro.
Quando le informazioni si muovono lungo uno stesso percorso che si ripete con una certa frequenza, si forma un vero e proprio sentiero.
Il nostro apprendimento funziona proprio in questo modo: tutto quello che impariamo o che "mandiamo a memoria" traccia un percorso ben definito nella nostra rete di neuroni.
In questo modo, la nostra attività quotidiana, la routine è una vera e propria passeggiata.
Quanto ci mettete a calcolare quanto fa 11x11? Quando ci mettevate quando avevate 8 o 9 anni?
E quanto ci mettete adesso a fare dei conti anche apparentemente banali, ma che non fate più a mente perché usate il computer o la calcolatrice?
Questi esempi, ma se ne potrebbero fare a migliaia, evidenziano come la "forza delle abitudini" e le nozioni imparate e fatte proprie giochino un ruolo fondamentale nel nostro comportamento quotidiano.
Quello che abbiamo appena descritto rientra nell'ambito del pensiero logico.
Normalmente tutto questo si traduce in una serie di vantaggi pratici nella vita di tutti i giorni.
Purtroppo però questa rigidità impedisce l'esplorazione di sentieri nuovi.
Questo significa non solo una scarsa propensione al cambiamento delle abitudini e del modo di pensare, ma spesso anche una limitazione nelle capacità di risoluzione di un problema.
La logica può inoltre essere ingannata, fuorviata, deviata; non solo, molto spesso la logica è limitata.
Immaginate di seguire una strada e di trovare improvvisamente un masso sulla strada che non vi permette di andare oltre. La logica vi direbbe, non c'è problema, torniamo indietro, troveremo un altro modo per arrivare a destinazione.
E se bastasse semplicemente fermarsi un attimo e trovare un modo per
a) aggirare il masso
b) spostare il masso
Quando iniziamo a pensare a queste due nuove opzioni, la logica non è di alcun aiuto.
La soluzione non la sappiamo, ma possiamo arrivarci, basta iniziare a cercarla, ma dove? Altrove usando il pensiero creativo e la creatività.
La creatività ci permette infatti di cambiare punto di vista, di riformulare la sfida o ridefinire la situazione.
Per il pensiero creativo la sfida è molto più complessa perché deve agire su due fronti: da una parte deve lavorare per produrre nuove idee, dall'altra deve "combattere" il pensiero logico che non è possibile disattivare e che continua a ostacolare il lavoro creativo cercando di riportare il contesto verso situazioni note e modelli conosciuti.
Per produrre nuove idee, risolvere sfide mai viste prima, bisogna quindi riuscire a rompere gli schemi esistenti e per riuscirci si deve "ingannare" il pensiero logico.
Come fare? Beh questa abilità è proprio alla base della professione e delle esperienze del Facilitatori.
Davide & Gianni
Quando le informazioni si muovono lungo uno stesso percorso che si ripete con una certa frequenza, si forma un vero e proprio sentiero.
Il nostro apprendimento funziona proprio in questo modo: tutto quello che impariamo o che "mandiamo a memoria" traccia un percorso ben definito nella nostra rete di neuroni.
In questo modo, la nostra attività quotidiana, la routine è una vera e propria passeggiata.
Quanto ci mettete a calcolare quanto fa 11x11? Quando ci mettevate quando avevate 8 o 9 anni?
E quanto ci mettete adesso a fare dei conti anche apparentemente banali, ma che non fate più a mente perché usate il computer o la calcolatrice?
Questi esempi, ma se ne potrebbero fare a migliaia, evidenziano come la "forza delle abitudini" e le nozioni imparate e fatte proprie giochino un ruolo fondamentale nel nostro comportamento quotidiano.
Quello che abbiamo appena descritto rientra nell'ambito del pensiero logico.
Normalmente tutto questo si traduce in una serie di vantaggi pratici nella vita di tutti i giorni.
Purtroppo però questa rigidità impedisce l'esplorazione di sentieri nuovi.
Questo significa non solo una scarsa propensione al cambiamento delle abitudini e del modo di pensare, ma spesso anche una limitazione nelle capacità di risoluzione di un problema.
La logica può inoltre essere ingannata, fuorviata, deviata; non solo, molto spesso la logica è limitata.
Immaginate di seguire una strada e di trovare improvvisamente un masso sulla strada che non vi permette di andare oltre. La logica vi direbbe, non c'è problema, torniamo indietro, troveremo un altro modo per arrivare a destinazione.
E se bastasse semplicemente fermarsi un attimo e trovare un modo per
a) aggirare il masso
b) spostare il masso
Quando iniziamo a pensare a queste due nuove opzioni, la logica non è di alcun aiuto.
La soluzione non la sappiamo, ma possiamo arrivarci, basta iniziare a cercarla, ma dove? Altrove usando il pensiero creativo e la creatività.
La creatività ci permette infatti di cambiare punto di vista, di riformulare la sfida o ridefinire la situazione.
Per il pensiero creativo la sfida è molto più complessa perché deve agire su due fronti: da una parte deve lavorare per produrre nuove idee, dall'altra deve "combattere" il pensiero logico che non è possibile disattivare e che continua a ostacolare il lavoro creativo cercando di riportare il contesto verso situazioni note e modelli conosciuti.
Per produrre nuove idee, risolvere sfide mai viste prima, bisogna quindi riuscire a rompere gli schemi esistenti e per riuscirci si deve "ingannare" il pensiero logico.
Come fare? Beh questa abilità è proprio alla base della professione e delle esperienze del Facilitatori.
Davide & Gianni
domenica 2 marzo 2008
I gruppo creativi
I gruppi creativi sono team costituiti da persone di diversa provenienza aziendale coordinati da facilitatori. Il loro obiettivo è quello di lanciare e organizzare il percorso dell'innovazione stimolando la creatività delle persone, generando nuove idee, diffondendo l'innovazione in azienda, favorendo la nascita di centri d'innovazione permanenti.
Possono svolgere il loro compito sia nel breve periodo, come una task-force creativa focalizzata su un determinato piano d'azione, che nel lungo, come veri e propri centri d'innovazione.
Il gruppo è la naturale e più efficiente dimensione del lavoro creativo, svolge una funzione di stimolo e consente di lanciarsi verso l'immaginario senza alcun pericolo.
L'inizio di una sessione creativa serve a costruire un clima di fiducia e di collaborazione.
I partecipanti imparano a condividere lo spazio e gli strumenti, cominciano a riflettere sull'obiettivo.
Una volta definito esattamente il problema su cui il gruppo dovrà lavorare inizia la vera fase di produzione. Utilizzando le tecniche creative idonee il gruppo comincia a produrre a ruota libera un gran numero di idee.
In questa fase possono essere utilizzati un brainstorming oppure altre tecniche associative oppure le tecniche analogiche o proiettive a seconda dell'obiettivo che si vuole raggiungere.
La terza fase serve ad analizzare i risultati fin qui ottenuti, classificando, valutando e selezionando le idee prodotte. Al termine di questa fase emergerà la soluzione ricercata e potranno essere definite anche le modalità operative per poterla applicare.
L'ultimo atto del gruppo creativo è il commiato, la chiusura del lavoro.
Questa "chiusura" è solo temporanea perchè il cammino della nuova idea è appena iniziato.
L'idea infatti dovrà essere fatta crescere, sviluppata, applicata, confezionata, venduta.
In questo cammino dovrà essere seguita e aiutata da un gruppo, questa volta di progetto, naturale proseguimento del primo gruppo creativo che l'ha generata.
Gianni & Davide
Possono svolgere il loro compito sia nel breve periodo, come una task-force creativa focalizzata su un determinato piano d'azione, che nel lungo, come veri e propri centri d'innovazione.
Il gruppo è la naturale e più efficiente dimensione del lavoro creativo, svolge una funzione di stimolo e consente di lanciarsi verso l'immaginario senza alcun pericolo.
L'inizio di una sessione creativa serve a costruire un clima di fiducia e di collaborazione.
I partecipanti imparano a condividere lo spazio e gli strumenti, cominciano a riflettere sull'obiettivo.
Una volta definito esattamente il problema su cui il gruppo dovrà lavorare inizia la vera fase di produzione. Utilizzando le tecniche creative idonee il gruppo comincia a produrre a ruota libera un gran numero di idee.
In questa fase possono essere utilizzati un brainstorming oppure altre tecniche associative oppure le tecniche analogiche o proiettive a seconda dell'obiettivo che si vuole raggiungere.
La terza fase serve ad analizzare i risultati fin qui ottenuti, classificando, valutando e selezionando le idee prodotte. Al termine di questa fase emergerà la soluzione ricercata e potranno essere definite anche le modalità operative per poterla applicare.
L'ultimo atto del gruppo creativo è il commiato, la chiusura del lavoro.
Questa "chiusura" è solo temporanea perchè il cammino della nuova idea è appena iniziato.
L'idea infatti dovrà essere fatta crescere, sviluppata, applicata, confezionata, venduta.
In questo cammino dovrà essere seguita e aiutata da un gruppo, questa volta di progetto, naturale proseguimento del primo gruppo creativo che l'ha generata.
Gianni & Davide
Etichette:
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